La Fibromialgia è una malattia cronica complessa che viene definita dall’American College of Rheumathology come “una condizione di dolore cronico diffuso con caratteristici tender points (punti dolenti alla pressione), associata ad una varietà di sintomi quali ad esempio la fatica, i disturbi del sonno, la cefalea, la sindrome del colon irritabile e i disturbi dell’umore”. Attualmente rappresenta una delle diagnosi più controverse; può trascorrere molto tempo e la persona può rivolgersi a più specialisti prima di giungere ad una diagnosi certa. I motivi di tale difficoltà sono legati per lo più al fatto che non esistono esami di laboratorio, come ad esempio esami ematici o radiografie, che mettano in evidenza delle anomalie specifiche legate alla malattia. La diagnosi viene infatti fatta dallo specialista con manovre di digitopressione. Il percorso prima di giungere ad una diagnosi definitiva può quindi risultare lungo e doloroso, essendo accompagnato talvolta anche da difficoltà familiari. Non è raro che i familiari tendano a sminuire la condizione medica del paziente, considerandolo in casi estremi anche un “malato immaginario”. È chiaro che la persona in queste circostanze sperimenti sentimenti di inaiutabilità ed abbia la sensazione di non essere compreso e accolto da nessuno. Una volta ricevuta la diagnosi proverò nell’immediato un senso di “benessere”: finalmente posso dare un nome a “colei” che causa la mia sofferenza e al tempo stesso proverò un sentimento di riscatto nei confronti di tutti coloro che fino a questo momento non avevano creduto alla mia sofferenza. Questa sensazione lascerà purtroppo il posto alquanto velocemente ad altri tipi di sentimenti. Che cosa succede quando […]