Disturbi d’ansia

I Disturbi d’Ansia comprendono tutti quei disturbi che condividono caratteristiche di paura, cioè la risposta emotiva a una minaccia imminente, reale o percepita, e di ansia, che è invece l’anticipazione di una minaccia futura. Pur sovrapponendosi questi due stati, presentano delle caratteristiche differenti: la paura è associata a picchi di attivazione autonomica e a pensieri di pericolo immediato e a comportamenti di fuga mentre l’ansia è associata alla tensione muscolare e alla vigilanza in preparazione al pericolo futuro e a comportamenti prudenti e di evitamento.

L’ansia di per sé non è un fenomeno anormale, trattandosi infatti di un’emozione di base che costituisce un’ importante risorsa; è infatti una condizione fisiologica efficace in molti momenti della vita per proteggerci dai rischi, mantenere lo stato di allerta e migliorare le prestazioni (ad es., sotto esame).

L’ansia diventa patologica quando diviene eccessiva, ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni; in questi casi ci troviamo di fronte a un disturbo d’ansia che può complicare notevolmente la vita di una persona e renderla incapace di affrontare anche le situazioni più comuni.

Molti disturbi d’ansia si sviluppano in età infantile e tendono a permanere se non vengono trattati; sono tra i più frequenti nella popolazione, creano grossa invalidazione e spesso non rispondono bene ai trattamenti farmacologici. Per tali ragioni è necessario intervenire efficacemente su di essi con mirati interventi psicoterapeutici brevi di orientamento cognitivo-comportamentale, che hanno dimostrato alta efficacia in centinaia di studi scientifici.

I disturbi d’ansia trattati nello Studio Nutri la Mente sono i seguenti:

Fobia specifica

La Fobia specifica è la paura o l’ansia marcate nei confronti di un oggetto o di una situazione specifica (volare, altezze, animali, aghi, sangue, ecc.) che vengono definiti stimolo fobico. Si tratta di una paura sproporzionata rispetto al reale pericolo, che non può essere controllata con spiegazioni razionali, dimostrazioni e ragionamenti, che supera il controllo volontario e che spinge l’individuo ad evitare intenzionalmente la situazione temuta. La quantità di paura vissuta può variare con la prossimità dell’oggetto/situazione temuta e può manifestarsi anche anticipatamente.

L’ansia fobica si traduce in sintomi fisiologici specifici come ad esempio tachicardia, vertigini, extrasistole, disturbi gastrici e urinari, nausea, diarrea, senso di soffocamento, rossore, sudorazione eccessiva, tremito e spossatezza.

La tendenza all’evitamento, sebbene riduca sul momento gli effetti della fobia e quindi induce il soggetto a credere che si tratti di una strategia funzionale, in realtà costituisce una micidiale trappola: ogni evitamento conferma la pericolosità della situazione evitata e prepara l’evitamento successivo incrementando così non solo della sfiducia nelle proprie risorse, ma anche della reazione fobica della persona. Questo circolo vizioso a lungo andare interferirà significativamente con la normale routine dell’individuo, con il funzionamento lavorativo o scolastico oppure con le attività o le relazioni sociali.

Trattamento fobia:

Il trattamento delle fobie d’elezione è un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale di breve durata (spesso entro i 3-4 mesi). Dopo un primo periodo di valutazione del disturbo il passo successivo è quello di esporre gradualmente il paziente agli stimoli temuti attraverso tecniche di esposizione graduata. Attraverso la creazione condivisa tra paziente e terapeuta di una gerarchia di stimoli fobici, il paziente verrà progressivamente avvicinato agli stimoli che innescano la paura. Il contatto con l’oggetto temuto sarà mantenuto fin quando il paziente non proverà più ansia. Tale procedura può spaventare molto le persone che soffrono di una fobia, poiché implica affrontare vis a vis l’oggetto o situazione temuta, ma se ben effettuata, con l’aiuto di un terapeuta esperto, è assolutamente applicabile e garantisce un successo nel 90-95% dei casi nella cura della fobia.

Disturbo d’ansia sociale

Paura o ansia marcate relative a una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto all’esame da parte di altre persone, come ad esempio avere una conversazione o incontrare persone nuove, mangiare in pubblico, eseguire una prestazione di fronte ad altre persone.

Le persone con Fobia Sociale presentano allarme e disagio nelle situazioni più varie; si può manifestare infatti in contesti lavorativi, scolastici o accademici. L’individuo ha paura di essere valutato negativamente, cioè come una persona ansiosa, debole, pazza, stupida, noiosa, ecc. Due sono gli aspetti cruciali alla base di questo timore: il forte desiderio di dare una buona impressione agli altri e contemporaneamente una forte incertezza rispetto al raggiungimento di questo scopo. Per nascondere o minimizzare il proprio disagio e la propria ansia vengono messe in atto una serie di strategie che per raramente risultano efficaci.

Questo disturbo comporta ansia e disagio stabili: ansia anticipatoria nel caso in cui si debba affrontare l’evento temuto per la paura appunto di fare una “figuracca”, evitamento di situazioni che a lungo andare può ripercuotersi anche in ambito lavorativo e sociale e evitamento di situazioni che prevedono l’instaurare nuovi rapporti interpersonali. Tutto ciò può causare isolamento sociale, rabbia e depressione.

Trattamento:

Se non adeguatamente trattato, tale disturbo tende a cronicizzare inducendo chi ne soffre ad evitare le attività a cui in realtà vorrebbe o dovrebbe partecipare. Attraverso le tecniche della terapia cognitiva comportamentale si procederà all’esposizione graduale delle situazioni temute partendo da quelle meno antigene. Contemporaneamente la persona sarà stimolata ed aiutata a riprendere in mano aspetti della vita messi da parte (rapporti sociali, passioni, lavoro, ecc.).

Disturbo di panico

Un attacco di panico consiste nella comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti durante il quale si verificano quattro o più tra i seguenti sintomi:

  • Palpitazioni/tachicardia (battiti irregolari, pesanti, agitazione nel petto, sentirsi il battito in gola)
  • Paura di perdere il controllo o di impazzire (ad esempio, la paura di fare qualcosa di imbarazzante in pubblico o la paura di scappare quando colpisce il panico o di perdere la calma)
  • Sensazioni di sbandamento, instabilità (capogiri e vertigini)
  • Tremori fini o a grandi scosse
  • Sudorazione
  • Sensazione di soffocamento
  • Dolore o fastidio al petto
  • Sensazioni di derealizzazione (percezione del mondo esterno come strano e irreale, sensazioni di stordimento e distacco) e depersonalizzazione (alterata percezione di sé caratterizzata da sensazione di distacco o estraneità dai propri processi di pensiero o dal corpo)
  • Brividi
  • Vampate di calore
  • Parestesie (sensazioni di intorpidimento o formicolio)
  • Nausea o disturbi addominali
  • Sensazione di asfissia (stretta o nodo alla gola)

Il primo attacco di panico è generalmente inaspettato, cioè si manifesta “a ciel sereno”senza che vi sia un chiaro motivo scatenante, per cui il soggetto si spaventa enormemente e, spesso, ricorre al pronto soccorso.

In seguito al primo attacco generalmente la persona teme sia che se ne possano verificare degli altri sia le conseguenze che ne deriverebbero (perdere il controllo, impazzire, avere un attacco cardiaco). Con la paura degli attacchi di panico diventa quindi pressoché impossibile uscire di casa da soli, viaggiare in treno, autobus o guidare l’auto, stare in mezzo alla folla o in coda, e così via. L’evitamento delle situazioni temute diviene quindi la strategia maggiormente utilizzata; la persona inoltre ha la necessità di avere al suo fianco i propri familiari sia per non essere lasciato solo sia per farsi accompagnare ovunque. Ciò comporta un’inevitabile senso di frustrazione che può condurre ad una depressione secondaria.

Trattamento:

La terapia cognitivo comportamentale (CBT) prevede una serie di incontri a cadenza settimanale in cui il paziente ha un ruolo attivo nella soluzione del proprio problema. Insieme al terapeuta si cercano nuove modalità di pensiero e di comportamento più funzionale alla cura degli attacchi di panico con l’obiettivo di interrompere il circolo vizioso che si è andato creando.

Agorafobia

Paura o ansia marcate relative a due o più delle seguenti situazioni:

  • Utilizzo dei trasporti pubblici
  • Trovarsi in spazi aperti
  • Trovarsi in spazi chiusi
  • Stare in fila o tra la folla
  • Essere fuori casa da soli.

Le caratteristiche principali del disturbo sono:

  • I pazienti con questi sintomi temono infatti che trovandosi in queste situazioni sarebbe alquanto difficile allontanarsene, fuggire o chiedere e ricevere aiuto in caso di bisogno.
  • I pazienti tendono ad evitare attivamente le situazioni temute, le affrontano se necessario ma con molte difficoltà e preferibilmente con il supporto di un accompagnatore.
  • L’ansia e gli evitamenti compromettono le attività quotidiane ed il funzionamento socio-lavorativo della persona.

Trattamento:

La terapia cognitivo comportamentale (CBT) è la terapia d’elezione per la cura di tale disturbo; le tecniche di esposizione si sono dimostrate utili nel ridurre i comportamenti che alimentano l’ansia agorafobica.

Disturbo d’ansia generalizzata

La caratteristica essenziale di tale disturbo è la presenza di ansia e preoccupazione eccessive relative a una quantità di eventi o attività, come ad esempio prestazioni lavorative o scolastiche.

Per diagnosticare un Disturbo d’Ansia Generalizzato queste preoccupazioni eccessive devono occupare la maggior parte del tempo e la persona non deve essere in grado di controllare tale attesa apprensiva. Per la diagnosi sono inoltre necessari almeno tre dei seguenti sintomi (presenti per la maggior parte dei giorni negli ultimi sei mesi):

  • Irrequietezza o sentirsi “con i nervi a fior di pelle”
  • Affaticabilità
  • Irritabilità
  • Difficoltà di concentrazione o vuoti di memoria
  • Tensione muscolare
  • Sonno irrequieto, insoddisfacente o difficoltà ad addormentarsi.

Queste preoccupazioni interferiscono in maniera significativa con il funzionamento psicosociale essendo particolarmente pervasive e angoscianti. Gli individui con disturbo d’ansia generalizzata riferiscono un disagio soggettivo dovuto alla preoccupazione costante e alla correlata compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o in altre aree importanti.

Il disturbo – tendenzialmente cronico e di lunga durata – può facilmente essere accompagnato da depressione e portare ad un abuso di alcol, caffeina, stimolanti ed altre sostanze.

I bambini con Disturbo d’Ansia Generalizzato tendono a preoccuparsi molto delle proprie prestazioni e, nel corso del disturbo, il nucleo della preoccupazione può spostarsi da un oggetto ad un altro.

Trattamento:

La psicoterapia cognitivo comportamentale è indubbiamente tra le più efficaci e caldamente raccomandabili per il trattamento dell’ansia generalizzata. Esistono vari modo per affrontare tale problema: si possono affrontare in modo separato le varie situazioni in cui l’ansia si presenta tramite tecniche comportamentali e di ristrutturazione cognitiva; oppure si utilizzano tecniche di rilassamento per interrompere il processo di auto alimentazione dell’ansia e abbassare lo stato di tensione generale, oppure si possono scegliere interventi mirati al potenziamento delle capacità assertive.

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