E’ stato dimostrato nel corso del tempo che il numero delle persone con problemi legati al peso è andato crescendo perché di fatto lo strumento “dieta”, da solo, non è sufficiente ad apportare delle modifiche permanenti allo stile di vita della persona.
Secondo alcune stime, infatti, i successi di un regime alimentare controllato sono scarsi e riguardano in modo permanente solo il 2% dei casi.
Dobbiamo tenere presente che il rapporto con il cibo è:
-DETERMINATO DA FATTORI BIOLOGICI (Fame)
-CONSEGUENTE AD ABITUDINI ALIMENTARI ACQUISITE NELL’INFANZIA. E’ importante rintracciare non solo il tipo di alimentazione seguita dalla famiglia ma anche le situazioni in cui il cibo era usato come premio/ricompensa per alcuni comportamenti.
– CONDIZIONATO DA UNA SERIE DI STIMOLI AMBIENTALI e SOCIALI. Abbiamo molto cibo a disposizione e questo può farci mangiare di più.
-INFLUENZATO DALLE NOSTRE EMOZIONI. Pensiamo solo che nell’arco delle 24 ore proviamo più di 41 emozioni diverse che vanno dalla gioia alla frustrazione, noia, ansia, ecc.
Quando siamo a dieta proviamo EUFORIA le prime settimane ma poi tutto cambia. Sopraggiunge però a volte un altro nemico che dobbiamo tenere a bada che è la DEPRESSIONE REATTIVA (tristezza che avvertiamo quando capita qualcosa di spiacevole nella nostra vita). a volte facciamo dei PENSIERI IRRAZIONALI come ad esempio “Non riuscirò mai a controllare il peso”, “Appena finisco la dieta mangerò tutto ciò che voglio”. Questi pensieri sono accompagnati da perdita entusiasmo, apatia, ritiro dalle situazioni sociali, senso di impotenza, diminuzione della stima e fiducia in se stessi.
La privazione di cibi si associa spesso a un fenomeno chiamato restrizione-disinibizione. Si tratta di un meccanismo che porta a provare un desiderio irrefrenabile nei confronti del cibo del quale ci siamo deprivati e che non dobbiamo mangiare.
Il primo ostacolo che dobbiamo superare è la PAURA DI FALLIRE DI NUOVO. #eamotionaleating #psiconutricion #emozioni #psicologia